Il 15 e il 16 novembre, al Regina Mundi di Calambrone, i nostri volontari e le nostre volontarie si sono riuniti per una due giorni di formazione, scambio e confronto intitolata “Amati per amare”

Lo scorso fine settimana, il 15 e il 16 novembre, si sono riuniti, al Regina Mundi di Calambrone, i volontari e le volontarie della Caritas diocesana per  una due giorni di formazione, scambio e confronto, intitolata “Amati per amare”.
E’ stato un incontro che ha dato l’occasione di guardarsi dentro, ma anche di capire come Caritas possa sempre di più rapportarsi all’esterno, con comunità che vanno stimolate e con le quali si deve dialogare per rafforzare l’accoglienza delle persone fragili.
La riflessione è stata guidata dal nostro Vescovo, Monsignor Giovanni Paccosi, che ha dato una lettura profonda della “Dilexi te”, l’esortazione apostolica del Papa sull’amore verso i poveri.

Nei poveri c’è l’immagine di Cristo, troviamo Gesù: esiste un vincolo inseparabile tra la fede cristiana e i poveri. “La cura dei poveri fa parte della Grande Tradizione della Chiesa, come un faro di luce che, dal Vangelo in poi, ha illuminato i cuori e i passi dei cristiani di ogni tempo. Pertanto, dobbiamo sentire l’urgenza di invitare tutti a mettersi in questo fiume di luce e di vita, che proviene dal riconoscimento di Cristo nel volto dei bisognosi e dei sofferenti”.
E la “Dilexi te” conclude: “Per sua natura, l’amore cristiano è profetico, compie miracoli, non ha limiti: è per l’impossibile. L’amore è soprattutto un modo di concepire la vita, un modo di viverla. Ebbene una Chiesa che non mette limiti all’amore, che non conosce nemici da combattere, ma solo uomini e donne da amare, è la Chiesa di cui il mondo ha bisogno”.  

Gli stimoli arrivati dalla riflessione del Vescovo hanno ispirato il lavoro in gruppi all’interno dei quali i volontari e le volontarie si sono confrontati su identità e motivazione, su comunità e relazioni e su visione speranza. Le domande poste sul significato di essere Caritas oggi, su quali atteggiamenti e scelte rendono Caritas una comunità accogliente e generativa e sul come diventare segno di speranza per chi vive situazioni di fragilità o solitudine, hanno fatto emergere aspetti molteplici sul senso di essere oggi volontari e volontarie Caritas, in una società che tende a ignorare i poveri e perpetua la mancanza di equità. La due giorni si è conclusa con la strutturazione insieme al direttore di Caritas diocesana, don Armando Zappolini, del programma pastorale 2025-2026, che ha ricordato la coincidenza dell’evento con la Giornata mondiale dei poveri, voluta dal Papa Francesco. “Questa coincidenza – ha detto Zappolini – ci rafforza nella scelta di riconoscere nel rapporto con i poveri il cuore della vita cristiana e di esserne testimoni e promotori nelle comunità, nelle quali viviamo e svolgiamo il nostro servizio”.   


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